Conti dormienti, ecco come recuperarli

E’ un capitale nascosto che spesso viene sottovalutato, ma il cumulo dei conti dormienti nelle banche italiane è decisamente una cifra notevole. E soprattutto esistono dei modi legali per rientrare in possesso di quei capitali.

Come conti dormienti sono intesi i depositi di denaro, sotto forma di conti correnti o libretti di risparmio, così come di strumenti finanziari in custodia ed amministrazione comunque di importo superiore a 100 euro sui quali non sia stata eseguita nessuna operazione da almeno dieci anni sia da parte del titolare stesso o da delegati, anche se si tratta di eredi. Conti che dal 2007 sono destinati per legge a finire in un fondo istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il risarcimento delle vittime dei crack finanziari.

Esiste però la possibilità per i legittimi proprietari di rientrare in possesso dei loro soldi visto che

basta la richiesta di un estratto conto per far ridiventare attivo il deposito. Le domande di rimborso sono gestite direttamente dalla Consap, società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il primo passo è verificare sul sito della Consap se il conto risulta dormiente e nel caso occorre compilare la domanda di rimborso scaricabile dal sito (ww.consap.it) e inviarla direttamente ai riferimenti indicati completa di tutti i documenti richiesti.

Potranno essere recuperati non solo depositi, ma anche assegni circolari, anche se non possono essere rimborsati ai beneficiari una volta trascorsi 3 anni. Invece i buoni fruttiferi postali non riscossi entro il termine di prescrizione decennale non possono accedere a tale procedura. Quanto ai contratti di assicurazione sulla vita, anche per loro il termine di prescrizione è stato recentemente elevato da 2 a 10 anni, equiparandolo così ai conti dormienti mentre non è stata presa ancora una decisione ufficiale sulle polizze dormienti.

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