Euribor alza i tassi, i mutui rischiano l’impennata

L’allarme arriva direttamente da due associazioni da sempre vicine ai consumatori: con l’aumento del tasso di riferimento Euribor le rate dei mutui per gli italiani rischiano di diventare salatissime nei prossimi mesi.

E questo nonostante il Decreto per lo Sviluppo varato questa settimana dal Consiglio dei Ministri vada in direzione dei meno abbienti proponendo una rinegoziazione della rata.

Il problema di fondo è che l’aumento vertiginoso e repentino del costo di riferimento dei prestiti ipotecari resta sempre più veloce dei provvedimenti presi dal governo e questo trend si manterrà fisso nei prossimi mesi. La BCE nei giorni scorsi ha fatto capire chiaramente che non esistono altre vie se non aumentare l’Euribor, ossia il tasso di riferimento per l’indicizzazione dei mutui che nel giro degli ultimi dodici mesi è raddoppiato.

Secondo quanto riferiscono Adusbef e Federconsumatori, che hanno nel mirino anche le banche italiane incapaci di rallentare la scalata del tasso, ogni aumento dello 0,25% del tasso di riferimento dell’Euribor rappresenta un colpo per le nostre tasche. Per un mutuo da 100mila euro l’incremento annuo sarà di 138 euro per una scadenza di 10 o 15 anni, mentre sarà di 150 euro per uno da 20 o 25 anni.
Ancora più netto nel caso di un mutuo da 200mila: aumento di 276 euro per una scadenza decennale o quindicennale, di 300 euro per una scadenza ventennale o venticinquennale.

Nel mirino delle due associazioni ci sono soprattutto gli istituti bancari italiani che sembrano approfittarne: secondo l’ultimo bollettino emesso dalla BCE esisterebbe un divario di +0,45% sui mutui praticati in Italia (4,37%) rispetto al 3,92% della media Ue, ed un +1,18% sul credito al consumo che nel nostro Paese è del 7,31% contro il 6,31% della media europea.

E questi aumenti sono destinati a subire un’ulteriore aumento per la norma sui tassi-soglia approvata dall’ultimo consiglio dei ministri. Adusbef e Federconsumatori concludono sottolineando come i salassi delle banche costringano ad una spesa per i costi di gestione dei conti di quasi 300 euro all’anno (per la precisione 295,66) a fronte di una media negli altri Paesi della Ue che è pari a 114 euro.

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