Al momento di stipulare un mutuo o di richiedere un prestito , spesso si sentono nominare Taeg e Tan. Ma quasi sempre nessuno indaga in modo approfondito su cosa rappresentino queste voci. Questi indici intervengono in ogni acquisto rateale che effettuiamo, dalla casa, all’automobile. Persino negli acquisti sull’elettronica di consumo. Tecnicamente, sono due acronimi: per Tan si intende il tasso annuo nominale, mentre Taeg è una sigla che indica il tasso annuo effettivo globale.
Come già dice il nome, questo secondo è maggiore rispetto al precedente. Infatti, il Tan è il 2tasso puro”, il quale comprende il tasso effettivo dell’interesse che deve esser versato da chi accende il finanziamento o il prestito . Questo tasso però non è comprensivo di tutti gli oneri accessori, quali per esempio le spese per l’istruzione della pratica, o le spese notarili. Queste voci sono invece contemplate dal Taeg, il quale rappresenta il costo effettivo della transazione, espresso in percentuale, che un cliente deve alla banca o alla società che ha erogato il prestito o il finanziamento . È ovvio, quindi, che è il Taeg a dover esser tenuto costantemente sotto controllo da chi accede un prestito , perché è questo indice che fa aumentare vorticosamente l’importo delle rate. Attenti, quindi, ai famosi “finanziamenti a tasso zero” perché, in realtà, il tasso zero si riferisce solo es esclusivamente al Tan ma non al Taeg, che sugli zeri del prestito influisce parecchio.
A tenere il Taeg sotto controllo ci pensa, ogni trimestre, la Banca d’Italia. Ogni tre mesi infatti sono divulgati i dati relativi ai tassi massimi che possono essere applicati in caso di prestito o finanziamento , e i relativi tassi considerati “d’usura”. Per esempio, un importo di 5000€ di prestito il tasso massimo può essere intorno al 20-22%, e deve scendere rigorosamente al massimo al 14% in caso di tassi superiori. Quindi più è alta la cifra, minore deve essere il tasso. Il Taeg è da tanere quindi debitamente sotto controllo non solo in fase di sottoscrizione, ma anche quando ci aggiungiamo a scegliere una finanziaria come quelle che si vedono reclamizzate in tv o sui giornali. Per legge, infatti, il Taeg deve esser sempre dichiarato ma nella realtà, è relegato a una piccola noticina scritta in carattere minuscolo o all’ultima frase detta velocemente prima della chiusura della pubblicità.
Fonte: Prestitoblog.it