Uno dei provvedimenti più attesi nel piano di rilancio del governo Letta è quello legato alla ripresa dei mutui che aspetta il via libera anche dalla Corte dei Conti per sbloccare l’utilizzo dei 50 milioni del ‘Fondo per la Casa‘, fermi praticamente da più di due anni.
La riforma più importante sta nella fine del vincolo sul reddito derivante da lavoro dipendente che chiudeva di fatto le porte a molte coppie, soprattutto giovani. Con il nuovo regolamento cadranno
i vincoli sulla tipologia del reddito, si alzerà il tetto di reddito Isee che passa da 35.000 a 40.000 euro annui familiari e la dimensione massima dell’immobile sale da 90 a 95 metri quadrati. Inoltre il finanziamento potrà essere chiesto sia da coppie sposate senza figli che con figli ma anche da coppie conviventi con almeno un figlio minore in comune o ancora da un monogenitore con figlio ancora minorenne, tutti con il limite di età di 35 anni mentre sono escluse le coppie conviventi senza figli o le coppie conviventi con figli anche minori ma senza almeno una maternità e paternità in comune.
Il tetto del prestito massimo concedibile è di 200.000 euro mentre non c’è limite al valore dell’immobile da acquistare e i tassi agevolati sono legati all’Euribor in caso di mutuo a tasso variabile oppure all’Irs (in caso di mutuo a tasso fisso) maggiorato al massimo di un punto e mezzo e quindi rispetto alle attuali condizioni di mercato il risparmio sugli interessi è pari a circa un punto e mezzo anche se la banca o l’istituto che eroga il mutuo sarà libero di chiedere spese sia per istruttoria che per la perizia.
Intanto però le banche si stanno già attivando. Lo dimostra l’iniziativa di Ubi Banca ‘Mutuo casa giovani coppie 2013’ che presenta un rapporto massimo tra la rata e il reddito disponibile pari al 35% e il rapporto tra l’ammontare del mutuo e il valore della casa che può coprire anche l’80% del valore di perizia dell’immobile oggetto del mutuo