Mutui più agevolati con i fondi della Cdp

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Ci sono più di 2 miliardi in arrivo dalla Cassa Depositi e Prestiti per le banche italiane, destinati esclusivamente all’erogazione di nuovi mutui per l’acquisto della abitazione principale. E’ uno dei passaggi fondamentali previsti nel nuovo ‘piano casa’ varato dal governo Letta e destinato a ridare ossigeno a tutte le famiglie in difficoltà nella richiesta di prestiti per l’abitazione.

Lo stanziamento ha un duplice scopo: da una parte favorire, attraverso la garanzia data alla banche da Cdp, la ripresa del credito per l’acquisto della prima casa e dall’altra consentire alla Cassa Depositi e Prestiti di acquistare obbligazioni bancarie “nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione di crediti derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali, liberando l’attivo delle banche che possono cosi’ erogare nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni principali”.

Ma come verranno destinati questi soldi? In primis 200 milioni di euro serviranno a rendere più sostenibili gli oneri del mutuo e della locazione delle abitazioni mentre altri 40 milioni andranno al Fondo per la sospensione di 18 mesi delle rate di mutuo, altri 60 al Fondo che eroga contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione.

E ancora, 60 milioni andranno al Fondo di garanzia per i mutui a favore dei giovani, sia coppie che   nuclei monogenitoriali con figli minori e lavoratori atipici. Requisiti fondamentali saranno avere un reddito Isee complessivo non superiore a 40 mila euro, chiedere un prestito fino a un massimo di 200 mila euro per un immobile che non sia di lusso e la cui superficie non superi i 95 metri quadrati.

Ci saranno anche 40 milioni per il Fondo di copertura della morosità incolpevole: è destinato a famiglie il cui mutuo grava su più del 30% del reddito,  ma che comunque non deve essere superiore a 30 mila euro secondo l’indicatore Isee. Per poter essere ammessi all’agevolazione, bisogna avere un’ipoteca sotto i 250 mila euro e dimostrare di aver perso il lavoro o l’autosufficienza per malattia grave o handicap.

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