Il governo è ancora fermo, ma la crisi non aspetta: ecco perché almeno la metà delle famiglie italiane arriva a fine mese faticando a far quadrare i conti e almeno il 25% di loro non sarebbe in grado di sostenere spese impreviste nel caso si presentassero.
Sono i dati più significativi presentati del Forum Ania-Consumatori, con un’indagine condotta in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.
Secondo la ricerca, svolta in oltre 3.000 nuclei familiari, il 94% delle famiglie italiane si trova in condizione di debolezza economica e potrebbe trovarsi in difficoltà nel reagire ad un collasso patrimoniale inatteso. Inoltre il 24% delle famiglie non sarebbe in grado di far fronte a spese impreviste di entità significativa mentre il 70% riuscirebbe a farvi fronte solo con difficoltà o addirittura con molta difficoltà.
Inoltre è del 15% la quota delle famiglie che mensilmente devono metter mano ai risparmi per sopravvivere e il 6,1% quelle che sono costrette a far ricorso ad aiuti esterni e prestiti. A trovarsi maggiormente in ambasce sono i separati o divorziati, le donne e chi risieda al Sud. Al contrario un buon livello di istruzione, un lavoro a tempo indeterminato, la proprietà della casa in cui si vive, l’entità del patrimonio finanziario e il possesso di polizze assicurative sulla vita sono elementi ricorrenti della sicurezza e del benessere delle famiglie.
E a rafforzare i dubbi sul futuro economico dell’Italia e dei nostri risparmi arrivano anche le conclusioni dell’Osservatorio Confesercenti-Ispo che ha certificato come il 42% dei nostri connazionali sono molto preoccupati per il proprio lavoro, mentre solo a giugno erano il 27%. Quelli più pessimisti sono i giovani, mentre solo il 19% degli intervistati intravede una ripresa economica nel 2012, mentre uno su tre vede addirittura rischi di peggioramento. E il 49% degli italiani pensa che la situazione economica del proprio nucleo familiare peggiorerà nel corso del prossimo anno.
La percentuale di persone che prevedono di non aver ancora assolutamente lasciato alle spalle il peggio è salita dal 57% di giugno al 71% di oggi. A temere di più il protrarsi della crisi sono i giovani: soprattutto quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni (88%) e chi nella propria famiglia ha vissuto la perdita del lavoro o situazioni di cassa integrazione (84%). Tra i pessimisti anche chi ha un titolo di studio elevato (75%) e i giovani adulti tra i 35 e i 44 anni (75%).
speriamo che il nuovo Governo faccia qualcosa, ma non so, per me son tutti uguali i politici