Si attendeva oramai da giorni questa manovra, e finalmente proprio come annunciato, la Banca Centrale Europea ha applicato il famoso taglio dei tassi di interesse, giunti oramai negli ultimi anni a livelli assolutamente record!
Una manovra questa, che dovrebbe ridare nuova linfa all’economia del paese, ma alcuni esperti, continuano ad essere meno ottimisti annunciando che la nuova riduzione del benchmark potrebbe non portare gli effetti sperati.
Ovviamente aumentano così le preoccupazioni in merito alla stipula di un contratto di mutuo, e sono sempre più massicci i dubbi che assalgono chi decide di compiere questo passo. E soprattutto, in un periodo storico come quello attuale, conviene fare affidamento su un tasso variabile o su un tasso fisso?
Gli esperti sembrano rispondere con una certa serenità a questa domanda, incitando la sottoscrizione di tassi variabili. Coloro i quali optano per il tasso fisso, invece, inconsapevolmente, scelgono di congelare il costo dell’operazione per i successivi 20 o 30 anni.
Il tasso fisso infatti, in questi anni ha subito innalzamenti che hanno comportato l’approdo su soglie piuttosto salate, colpa soprattutto dello spread (ovvero la maggiorazione applicata da banche ed enti creditizi imposta sul costo finale della transazione).
Coloro che hanno voluto affidarsi alla sicurezza del tasso fisso, hanno allo stesso tempo optato per un tasso stabile, ma parecchio alto, chi invece si è orientato sul tasso variabile, di contro, ha risparmiato sicuramente un bel po’di denaro, nonostante però si sa assunto il gravissimo rischio di incappare in un lungo periodo di rincari. C’è da dire infatti che l’ Euribor non riuscirà di certo a mantenersi ancora per molto su una posizione a ribasso.