Arriva un’importante stretta dall’Unione Europea riguardante le pensioni: se il nostro paese non allineerà l’età pensionabile tra uomini e donne nel settore pubblica, allora dovrà subire un’ulteriore deferimento alla Corte di giustizia europea.
L’avvertimento si trova all’interno di una missiva che, secondo l’Ansa, la Commissione Ue ha inviato ai vertici italiani, richiedendo l’adeguamento, nei tempi più rapidi possibili, alla sentenza della Corte europea di giustizia che già due anni or sono, lanciava un ultimatum all’Italia per aumentare l’età pensionabile delle donne impiegato nel settore pubblico, fino a 65 anni, ovvero equipararla alla soglia prevista per gli uomini.
L’attuale manovra del governo, prevedeva la parificazione dell’età pensionabile tra donne e uomini, ma solamente in misura graduale, fino all’entrata in vigore definitiva nel gennaio 2016.
Pronta la risposta del ministro Sacconi, attualmente impegnato in una missione in Cina, che sostiene come sia cogente l’ultimatum intimato dall’Ue e quanto ciò rappresenti il pericolo di trasformarsi in un’infrazione.
Anche se, ammette Sacconi, un’estensione dell’età pensionabile per le dipendenti nel settore pubblico, non porterebbe ai gravi problemi di disoccupazione presenti nel privato.