Crisi greca, aiuti in due fasi dall’Unione Europea

12 miliardi di euro subito, quelli che servono con urgenza per tamponare una situazione di crisi economica senza uscita. Il resto dei soldi, per un massimo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 100 miliardi, al massimo entro settembre quando andrà giocoforza trovata un’intesa complessiva in grado di salvare la situazione finanziaria della Grecia e di conseguenza anche quella dei Paesi Ue.

E’ un piano pesante ma assolutamente necessario quello che Fmi, Bce e Unione Europea hanno messo in campo per uscire dall’ennesima crisi che ha investito il Paese cardine del Mediterraneo e rischia di trascinare con sé l’intera economia europea. Come ha spiegato il commissario europeo per gli Affari Economici e monetari, Olli Rehn, l’intervento avverrà in due tempi.

Dapprima l’Eurogruppo voterà a favore dello stanziamento per la quinta tranche del prestito concesso un anno fa, pari questa volta a 12 miliardi. E’ d’accordo anche il governo Usa, serviranno a tamponare le emergenze.

In una seconda fase, al massimo entro l’11 luglio quando si riunirà l’Eurogruppo verrà esaminata la parte più dolorosa del piano di prestiti per trovare la necessaria intesa sulla copertura del fabbisogno finanziario greco per il biennio 2012-2013 è per ora sempre lì. Un intervento nel quale è prevista la partecipazione anche di soggetti privati, particolare non di poco conto sul quale esistono ancora forti contrasti soprattutto tra il governo tedesco e la Bce, sostenuta comunque da molti altri Paesi tra i quali l’Italia che presto piazzerà Mario Draghi ai vertici dell’organizzazione.

Un primo incontro importante per appianare le divergenze è fissato a Bruxelles per giovedì prossimo e soprattutto i tempi sono ristrettissimi. Da una parte c’è il governo greco, con il premier Papandreu, incapace sinora di far digerire alla sua popolazione i necessari sacrifici economici e i tagli ai quali dovrà andare incontro. Dall’altra ci sono nazioni come la Germania che temono di essere coinvolte e che sinora non hanno accettato l’estensione delle scadenze dei titoli pubblici greci e i titoli che non diano sufficienti garanzie. Ma c’è in gioco la sostenibilità dell’economia mondiale e ogni giorno che passa potrebbe avvicinare ad un baratro economico dal quale sembra impossibile uscire.

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