Ormai non c’è più tempo.
I continui attacchi speculativi all’economia di tutta la Ue, non solo a quella italiana e degli altri Paesi in difficoltà finanziaria anche peggiore, e le perdite accumulate dalle principali Borse europee in questi giorni (91 miliardi di euro soltanto lunedì) hanno portato alla convocazione d’urgenza di un vertice tra capi di governo.
Si terrà domani a Bruxelles e sul tavolo ci saranno molti temi scottanti. Ufficialmente c’è da varare il secondo piano salva-Grecia, ma in realtà il discorso è molto più ampio anche perché ora pure i Paesi più solidi stanno rischiando di essere trascinati nella crisi.
Fino a questa sera quindi gli esperti discuteranno del nuovo supporto con aiuti previsti in 115 miliardi di euro in attesa di ritrovarsi tutti domani dalle 12 per le conclusioni.
I leader europei sono sotto pressione soprattutto per aver affrontato in ritardo la crisi dei debiti sovrani e ora anche gli Usa, alle prese con una situazione interna dell’economia tutt’altro che facile, invitano ad agire in fretta affinché i rischi di una crisi maggiore siano evitati. Al momento c’è un accordo di massima, ma la Germania tramite la cancelliera Merkel ancora tentenna perché non è disposta a cedere sulla partecipazione dei privati nel secondo salvataggio della Grecia.
Secondo lei dovrebbero essere proprio loro ad intervenire in prima persona mentre la Bce frena perché si potrebbe prefigurare un fallimento totale o almeno parziale di Atene, come già le agenzie mondiali di rating stanno paventando nelle ultime settimane. Il piano alternativo prevederebbe infatti un intervento (probabilmente con sostituzione dei titoli di stato con altri a scadenza più lunga) da parte dei privati che certificherebbe di fatto la morosità dello stato.
Così la Banca Centrale Europea non potrebbe più accettare i titoli greci come garanzia per stanziare fondi da destinare alle banche in difficoltà e quindi ci sarebbe nuovamente bisogno degli interventi degli altri Stati. Quindi dare spazio ai privati, se da una parte ridurrebbe l’apporto economico degli altri Paesi, dall’altra metterebbe in crisi il sistema bancario tutto.
La soluzione potrebbe essere quindi quella di riacquistare, da parte dell’Ue, i bond di stato greci sfruttando i soldi del Fondo Salva-Stati. Una mossa che andrebbe anche a vantaggio degli investitori, pronti a vendere i loro titoli, ma anche degli altri governi. Una risposta chiara arriverà nelle prossime ore, sempre che basti.