Opa Lactalis su Parmalat, da oggi le azioni offerte in Borsa

Il futuro di Parmalat comincia a scriversi più chiaramente da oggi. Parte infatti questa mattina in Borsa il periodo di offerta che sancirà la parole definitiva sull’Opa di Lactalis per arrivare ad acquisire la quasi totalità delle azioni dell’azienda casearia italiana. Un’offerta che andrà avanti sino al prossimo 8 luglio ad un prezzo fissato un 2,6 euro ad azione.

E proprio qui è il punto di attrito con l’attuale dirigenza della Parmalat. Il cda dell’azienda si è rivolto a Goldman Sachs per avere una consulenza super partes sul prezzo fissato dai francesi, ricevendo come risposta una valutazione che può andare sino a 2,17 euro per ogni azione.

La famiglia Besnier, che guida Lactalis, però sembra non volerci sentire e non è disposta a ritoccare la base d’offerta, nemmeno per avvicinarsi al minimo di 2,8 euro che sono stati pagati per arrivare al 15,4% dei fondi.

Secondo i francesi, quello presentato è un prezzo equo visto che incorpora un premio superiore del 13% rispetto a quanto fatto registrare dal titolo il 21 aprile scorso, ossia 2,3 euro.

Inoltre, continua la giustificazione di Lactalis, il premio è del 21,3% in più rispetto al prezzo di borsa delle azioni Parmalat negli ultimi dodici mesi.

Il gruppo transalpino sembra comunque partire da una posizione di vantaggio visto che detiene già il 29% di Parmalat e punta deciso almeno all’obiettivo minimo che è del 55%, quota oltre tutto che garantirebbe un esborso decisamente minore rispetto ai 3,4 miliardi di euro stanziati.

Una battaglia che sembra comunque destinata a durare a lungo perché oltre ai piccoli azionisti, ci sono anche diversi investitori esteri, soprattutto fondi comuni, che sono interessati dal possesso delle azioni e che ovviamente vogliono monetizzare molto di più rispetto a quelle che sono le prospettive attuali.

Le posizioni, comunque, per ora rimangono cristallizzate e soprattutto la storia recenti delle Opa, soprattutto quando riguardano grandi gruppi, dimostrano come sia più facile che eventuali rilanci possano arrivare solo in extremis.

Il cda del gruppo, comunque, non molla e ha già lanciato un allarme sul rischio di indebolimento complessivo che l’azienda rischia seguendo il nuovo piano industriale presentato da Lactalis e che potrebbe portare ad un indebolimento della cassa e delle capacità di rimborso degli azionisti

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