Dato l’attuale contesto economico, difficilmente si sceglie di acquistare casa, soprattutto nei casi delle coppie giovani che, infatti, temono sempre di più l’accensione di un mutuo e l’oscillazione dei tassi di interesse, preferendo così rimanere in affitto per molti anni prima di procedere all’acquisto di un immobile.
Ma quella del fitto mensile resta una scelta davvero conveniente? Si tratta quindi di un investimento o a lungo andare può rivelarsi una perdita di danaro? Quanto è conveniente per un proprietario mettere in fitto il proprio immobile e soprattutto quali sono le differenze che intercorrono tra gli affitti del Sud Italia e quelli del Nord Italia?
A dare queste risposte ci ha pensato una recente indagine condotta da Tecnocasa che, magistralmente, ha cercato di valutare e di mettere a fuoco l’effettivo stato di salute immobiliare della penisola.
Secondo i dati pubblicati dall’agenzia, le aree metropolitane italiane godono di un rendimento annuo lordo pari a circa 3,8 punti percentuali, possiamo quindi facile comprendere che il rendimento in questione non è poi straordinariamente elevato, soprattutto se si sceglie di confrontare i risultati odierni con quelli ottenuti dieci anni fa, un periodo quello in cui affittare un immobile voleva dire ottenere il 6%.
Insomma al giorno d’oggi affittare casa non è poi un investimento tanto conveniente, anche se le previsioni parlano di un graduale miglioramento a partire dai prossimi anni.
Volendo fare una classifica dei vari rendimenti ottenibili nelle più grandi città italiane, si potrebbe dire che tra i primi posti spiccano le città di Verona e Palermo con un rendimento del 4,7%, seguite da Genova, Napoli, Bari e Roma, che sembrano rientrare perfettamente nella media nazionale anche se con rendimenti al ribasso per Bologna che scende a 3,6% e Milano che scende al 3,5%.