Il termine è fissato per il 31 dicembre prossimo, anche se un’ulteriore proroga potrebbe essere prevista nel Decreto per lo Sviluppo economico che in questi giorni vedrà finalmente la luce e soprattutto pianificherà gli interventi per i prossimi due anni.
Parliamo della detrazione del 55% sugli interventi per il risparmio energetico nelle case degli italiani.
Una norma nata con un duplice effetto, quello di migliorare la vita di tutti con minori emissioni e maggiore qualità della vita, ma anche far risparmiare soldi ai cittadini grazie agli interventi di innovazione su infissi, caldaie e pannelli solari per l’acqua calda. Il principio è semplice: per i privati che vogliono ottenere la detrazione fiscale varrà la data del bonifico, anche se non serve che i lavori finiscano entro la fine dell’anno. I ritardatari potranno beneficiare della detrazione per gli acconti pagati quest’anno, sempre che mandino la comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 2 aprile del prossimo anno.
Inoltre si attendono notizie anche per la proroga del bonus al 36% dall’Irpef per le ristrutturazioni edilizie. S’intendono così gli interventi di manutenzione, restauro o ristrutturazioni di altro tipo riguardanti sia le case di abitazione che le parti comuni di edifici residenziali. L’importo massimo di spesa beneficiabile ai fini del bonus è pari a 48mila euro e deve venire indicato nella propria dichiarazione dei redditi a partire dall’anno successivo. Sarà detraibile (con rate di uguale importo) in 10 anni per tutti i contribuenti con meno di 75 anni di età, 5 anni per i contribuenti con meno di 80 anni, 3 anni per i contribuenti con più di 80 anni. Sui lavori e i materiali è prevista, inoltre, l’aliquota agevolata al 10%.
Tra le spese per le quali compete la detrazione, oltre a quelle per l’esecuzione dei lavori, sono comprese quella per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, quelle per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento, quelle per la messa in regola degli edifici ai sensi della legge 46/90 (ossia gli impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71). Inoltre le spese per l’acquisto dei materiali, quelle per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi, a cui si aggiungono l’imposta sul valore aggiunto (IVA), l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunce di inizio lavori. Infine anche gli oneri di urbanizzazione.