Come noi tutti sappiamo, negli ultimi mesi il Fisco ha subito massicce ed importanti revisioni. Numerose sono state le novità introdotte soprattutto in merito al cosiddetto Fisco Del Mattone. Come oramai ogni contribuente è costretto a sapere, da oggi ad ogni immobile viene attribuito un valore patrimoniale a cui si combina una rendita fondata sui valori medi di mercato.
Questi vengono poi calcolati in un’ottica triennale all’interno di «ambiti territoriali» omogenei.
Su queste basi però, poggiano i tagli alle aliquote con un occhio di riguardo alle imposte sulle compravendite, al fine di alleggerire il peso fiscale complessivo sugli immobili. Per quanto attiene al fronte catastale,invece, pare sia rimasto per ora tutto piuttosto integro. Lo scopo principale che sottostà alla riforma, è quello di migliorare i “livelli di equità, perequazione, trasparenza e qualità” del sistema fiscale italiano, soprattutto in merito all’ambito immobiliare.
L’idea principale che ha portato ad una totale riorganizzazione del Fisco Immobiliare Italiano, nasce fondamentalmente dall’esigenza di cancellare le vecchie rendite. Difatti l’unità di misura per valutare gli immobili, che in alcuni casi sembra essere la stessa dai tempi della seconda guerra mondiale, finisce per attribuire caratteristiche fiscali diverse ad immobili sostanzialmente similari.
Da oggi in poi, invece, il vero e proprio metro di giudizio sarà “il metro quadrato”! E proprio intorno al metro quadrato girerà l’intero sistema di calcolo. Il fulcro de nuovo riordino del regime fiscale degli immobili sarà il cosiddetto “valore patrimoniale medio ordinario“ basato sui livelli medi triennali di mercato di ogni ambito territoriale.
A noi contribuenti costretti, una volta in più, a dover onorare il pagamento di nuovi contributi non resta che aspettare e sperare in un nuovo assestamento che giovi a noi cittadini oltre che al Governo intento a tappare i buchi economici che gli stessi governi precedenti hanno determinato!
