Da un’indiscrezione resa nota dalle pagine del Corriere della Sera, pare che il Governo Letta stia studiando un piano per promuovere la realizzazione di case sociali. Si tratta in sostanza della ritrasformazione e ristrutturazione di locali statali che verranno poi dati in affitto o saranno venduti a costi relativamente bassi. In questo modo lo Stato cercherebbe di risolvere due problemi: da un lato ricavare nuove entrate per l’erario, dall’altro tentare di risolvere l’emergenza case che colpisce molte famiglie italiane attanagliate dalla crisi economica.
Il tema della casa è molto sentito nel nostro Paese, si tratta del bene più prezioso per ogni italiano e questo è dimostrato anche dal grande eco sortito dalle polemiche sull’Imu. Al momento l’esecutivo sta ancora considerando se e come intervenire, ma l’ipotesi più gettonata è quella di riconvertire le caserme in disuso, che altrimenti sarebbero vendute o abbattute, in abitazioni da dare poi in affitto a canone calmierato o vendute a un prezzo sostenibile dalle fasce più deboli. Anche se non si tratta di vere e proprie case popolari, dal momento che tra mutuo e affitto i locatari avranno da pagare, sarebbe in ogni caso un’iniziativa oltremodo positiva in un Paese come il nostro, dove l’emergenza casa sta raggiungendo livelli improponibili.
Il progetto al varo del Governo per ora viene chiamato “housing sociale” e potrebbe coinvolgere anche gli edifici privati e ancora invenduti. Si sono infatti moltiplicate in questi anni le imprese di costruzione che non sono riuscite a vendere le nuove abitazioni. Eppure la causa della crisi non sempre è il prezzo eccessivo per l’acquisto delle case, quanto l’impossibilità di fare il mutuo a causa di banche che hanno assunto politiche oltremodo protezionistiche.