Le fonti di energia pulita sono presenti in varie forme, ovunque intorno a noi, anche se spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. Una tra quelle più facili e vantaggiose da sfruttare, ma ancora praticamente inutilizzata, è la differenza di salinità presente alla foce dei fiumi, là dove l’acqua dolce si incontra con l’acqua marina salata.
I Paesi Bassi sono all’avanguardia nello sviluppo delle nuove tecnologie in questo campo, anche grazie alle caratteristiche del loro territorio, dove sono numerosi i fiumi che sfociano in mare. Ma è un’azienda norvegese ad applicare le ultime scoperte su larga scala, attraverso la costruzione di una vera e propria centrale elettrica.
Questo tipo di energia è detta energia a gradiente salino (o energia osmotica) e sfrutta il flusso spontaneo dell’acqua da una soluzione a concentrazione minore (acqua dolce) verso una più concentrata (acqua salata). Come riporta il New Scientist, il progetto di un nuovo tipo di batteria in grado di incanalare quest’energia è nato dagli ingegneri del Wetsus, centro olandese per le tecnologie idriche sostenibili. Per dare un’idea delle potenzialità di questa risorsa, nel caso specifico del Reno, che sfocia poco a sud di Rotterdam nel Mare del Nord, il processo chiamato «Blue Energy» sarebbe in grado di produrre 1 gigawatt di elettricità, sufficiente per alimentare 650 mila abitazioni. Un sistema del genere può essere applicato alla foce dei fiumi di tutto il mondo, dal Gange al Mississippi, senza causare danni all’ambiente nè all’ecosistema, e in futuro – a pieno regime – potrebbe arrivare a fornire fino al 7 per cento del fabbisogno energetico globale.
Fonte: Corriere.it