Gli acquisti su internet sono sempre più all’ordine del giorno, ma purtroppo spesso si incappa volutamente o meno anche in prodotti contraffatti. Così possiamo avere su internet la possibilità di trovare a basso costo una borsa identica a una di marca, per non parlare di orologi o abbigliamento.
Sembra che il mercato della contraffazione non riguardi solamente più accessori o indumenti ma anche i farmaci.
L’allarme è stata lanciato dall’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco.Un giro d’affari nel quale sembrano girare veramente tanti soldi: pillole dimagranti magiche, prodotti che migliorerebbero le prestazioni sessuali, vaccini il tutto venduto tramite web e che nella maggior parte dei casi si possono verificare come falsi e addirittura inefficaci.
L’Aifa attualmente sta cercando di provare a limitare questo nuovo fenomeno pubblicando una guida per guidare che possa aiutare gli utenti che si apprestano a compare i farmaci sul web, per riuscire a combattere questa nuova tendenza.
Oramai sulla rete impazzano sempre più pubblicità di questi presunti farmaci che sembrano miracolosi e che si propongono di risolvere ogni problema, non richiedono nessuna ricetta particolare e che in alcuni casi eliminano anche la vergogna di dover parlare pubblicamente di alcuni problemi.
Una guerra, quella alla contraffazione, che l’Aifa sta provando a sconfiggere in ogni modo. Solo alla fine del mese scorso Aifa con l’Agenzia delle Dogane e il CCTS-NAS, hanno preso parte all’operazione internazionale di contrasto alla contraffazione farmaceutica ”Pangea IV: International Internet week of action” grazie alla quale oltre 50mila medicinali illegali o contraffatti sono stati bloccati.
Vi invitiamo a leggere su Risparmiosalute questo articolo che vi aiuterà ad approfondire meglio questo fenomeno.
1) Se un imprenditore agroalimentare si sveglia una mattina e decide di produrre uno SCIROPPO PEDIATRICO PER LA TOSSE DEI BAMBINI, basta che invii un’autocertificazione al Ministero della Salute?
2) Poi può produrre lo sciroppo per la tosse nei locali dove generalmente prepara, lavora o trasforma i suoi prodotti agroalimentari?
3) E commercializzare lo sciroppo per la tosse come “dispositivo medico CE”?
4) a – scansando le relative verifiche dell’AIFA (agenzia del farmaco) sulla correttezza delle modalità di produzione (il farmaco da banco non può scansarle); b – non essendo così assoggettato alla sorveglianza di un organismo notificato (come lo sono invece i dispositivi medici di classe IIa, IIb e III); c – eludendo la normativa europea relativa ai medicinali vegetali tradizionali?
5) E questo “dispositivo medico CE” se prescritto dal dottore ha diritto pure alla detrazione del 19%?
Secondo me qualcosa non funziona! Ritengo che uno sciroppo per la tosse (specie pediatrico) NON agisca per EFFETTO BARRIERA / MECCANICO e quindi non possa definirsi “dispositivo medico”. Video http://www.youtube.com/watch?v=OgnAwoyqn7o