Comunicazioni e tv: l’Agcom invita al pluralismo e al potenziamento delle reti

E’ un mercato in continua evoluzione ma che produce ancora troppo poco per le sue potenzialità quello delle comunicazioni italiane.

E’ il dato che emerge dalla relazione annuale di Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, alla Camera.

Un bilancio, quello relativo al 2010, che punta anche sulle prossimi importanti scadenze soprattutto in materia di concessioni.

Uno dei dati più rilevanti che emergono e che riguardano direttamente il pubblico è quello relativo alle tariffe per i servizi di telefonia che nell’ultimo anno sono calate complessivamente di circa l’1% rappresentando una delle poche voci a favore dell’utenza nel campo dei servizi pubblici e privati.

Complessivamente i servizi di telefonia fissa hanno generato ricavi lordi pari a 20,33 miliardi di euro, in calo di oltre il 4% rispetto al 2009 con una perdita pari praticamente ad un miliardo. Sono egualmente in calo anche le entrate provenienti dalla rete mobile che hanno fatto registrare un complessivo di 22 miliardi contro i 22,6 miliardi del 2009 e i 23,44 del 2008.

Il totale delle telecomunicazioni è quindi pari a 42,33 miliardi, con un calo percentuale complessivo del 3,4%.

Al contrario, invece, sono cresciuti esponenzialmente i numeri del traffico dati: solo nel primo trimestre di quest’anno infatti sono stati consumati ben 42.143 terabyte, con una crescita del 57% rispetto allo stesso periodo del 2010. Un dato che si accompagna a quello della crescita delle carte Sim relative ai dati, passate dai 13,8 milioni del primo trimestre 2010 ai 17,6 milioni dell’analogo periodo 2011.

Al discorso degli operatori mobili si allaccia quello dell’asta per le frequenze degli operatori che andrà bandita al massimo quest’estate con regole che il governo italiano ha già inviato a Bruxelles per l’approvazione.

Gli operatori, sostanzialmente, attendono la liberazione delle frequenze che dev’essere ratificata dal consiglio dei Ministri e che produrrà incassi per lo Stato pari a 2,4 miliardi. Ma serve assolutamente il potenziamento delle reti mobili che altrimenti potrebbe portare al collasso di tablet e smartphone.

Calabrò affronterà anche il delicato tema delle frequenze televisive, rivoluzionato dall’esplosione dei canali pay: i ricavi complessivi nel 2010 hanno toccato gli 8,97 miliardi di euro (+4,5%); la stessa crescita fatta registrare dalle pay tv, che tra satellitare e digitale terrestre hanno superato quota 3,3 miliardi di euro. L’Italia attende il via libera dall’UE per l’asta sulle frequenze del digitale terrestre alla quale è interessata anche la Sky di Murdoch.

E proprio lo sbarco del magnate australiano come reale terzo polo televisivo italiano, se non ne nascerà un quarto con La7 ceduta da Telecom al Gruppo L’Espresso-De Benedetti, resta uno degli argomenti più caldi

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