In questi giorni alla tv, alla radio, si sente tanto parlare di ripresa e di un Paese vicino alla svolta, ma i numeri ci parlano di un’Italia che sembra non avere mai conosciuto una situazione economica così allarmante. L’ultimo dato, inerente l’anno appena passato, è stato diffuso da Unioncamere e parla di una media di mille imprese che ogni giorno hanno chiuso i battenti. Dagli studi di settore risulta che nel 2012 sono nate appena 383.883 nuove aziende, ovvero con 7.427 imprese in meno rispetto all’anno precedente, è il dato peggiore degli ultimi otto anni.
La tendenza negativa è in aumento, rispetto al 2011 sono fallite 24.000 aziende in più, per un totale di 364.972. Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, è stato molto chiaro “In questi anni le imprese italiane hanno fatto letteralmente dei miracoli per restare sul mercato. Molte non ce l’hanno fatta e, con loro, si sono persi migliaia di posti di lavoro, per non parlare di competenze e tradizioni importanti.” La situazione peggiore si è vissuta nell’artigianato e nel settore agricolo che contano mediamente 18.000 imprese chiuse.
Il fallimento delle aziende porta all’abbandono di intere e storiche zone industriali, proprio in queste periferie italiane si sta verificando un fenomeno paradossale. È il caso di Roma, nella zona della Tiburtina, una volta nota come la Silicon Valley della capitale, i capannoni dismessi stanno venendo sostituiti da grandi casinò che vanno a sorgere l’uno di fianco all’altro, come una piccola Las Vegas. È l’emergere evidente delle difficoltà degli italiani, sempre più poveri e disperati, il gioco d’azzardo è una brutta tentazione dietro l’angolo.