I sindacati sono in rivolta, sono a rischio chiusura gli stabilimenti Plasmon in Italia mentre è già stata prevista un’ondata di licenziamenti. È il frutto dell’acquisto del marchio da parte della Berkshire Hathaway e della 3 g Capital, che l’hanno sottratta al gruppo Heinz Italia, titolare dal 1953. I nuovi proprietari hanno programmata in tutto il mondo una serie di “ristrutturazioni” che, sotto la definizione ingannevole, prevedono una completa revisione del piano industriale su pianta globale. In sostanza il gruppo vuole lasciare gradualmente l’Italia, programmando l’ennesima bastonata alla schiena per un Paese in chiara difficoltà economica: più di duecento famiglie rischiano di restare senza stipendio, dal momento che è stato previsto il licenziamento di 204 dipendenti sui 946.
Lo sciopero indetto dai sindacati ha registrato una maxi adesione, richiamando l’attenzione delle istituzioni che, in teoria, hanno la possibilità di bloccare tutto. In una nota, i rappresentanti delle segreterie nazionali del Fai Cisl, Flai, Cgil, Uila Uil hanno denunciato: “L’azienda ha rifiutato il confronto con il sindacato su un piano industriale che dia garanzie per il futuro e dentro il quale si possono trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.” Al momento i sindacati attendono la promessa convocazione presso il ministero dello Sviluppo Economico, che dovrebbe avere come protagonisti anche i proprietari Plasmon “Auspichiamo che il gruppo Heinz non rifiuti l’incontro dando uno schiaffo non solo ai dipendenti e al sindacato, ma al Paese intero dove intere generazioni sono cresciute con gli omogeneizzati e i biscotti Plasmon.”
Al momento la legge italiana tutela i lavoratori dell’azienda, infatti mentre i nuovi proprietari della Plasmon hanno già compiuto azioni di “ristrutturazione” in tutto il mondo, “fortunatamente la legge in Italia prevede dei tempi di discussione e noi in questo periodo vogliamo capire quale sarà il futuro degli stabilimenti e i piani di investimento per mantenere e rilanciare il marchio Plasmon in Italia.”