Confindustria: poche riforme chiare per uno Stato che funzioni meglio

Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha dichiarato che gli imprenditori chiedono “poche riforme chiare, non sussidi, non incentivi, non aiuti: riforme che permettano allo Stato di ridursi e di funzionare meglio”.

Marcegaglia ha poi sottolineato che “in tema di relazioni industriali è prevalsa in modo nettissimo la volontà di andare avanti sulla strada indicata dall’accordo interfederale del 2009″ e ha aggiunto che “il percorso intrapreso con l’accordo del 2009 va avanti, non ci sono ripensamenti“.

“Tutti i giorni noi facciamo qualcosa per il Paese visto che contribuiamo per il 70% alla crescita del Pil” – ha proseguito la numero uno di viale dell’Astronomia – e peraltro le imprese, pur facendo “quotidianamente qualcosa per il Paese, sono comunque pronte a fare di più”. “Ci vogliamo assumere maggiori responsabilità” – ha precisato Marcegaglia – e “vogliamo una Confindustria con meno rituali, meno liturgie e meno convegni“.

La presidente di Confindustria ha inoltre affermato che “vogliamo contratti derogabili, flessibili ed esigibili” e ha rimarcato che non c’è alcuna volontà di “dividere il sindacato, tutto il contrario, ma la strada della ricerca di una maggiore produttività attraverso le relazioni industriali è netta e chiara”.

Marcegaglia ha anche esortato ad “andare ancora più avanti”: infatti “con la strumentazione che abbiamo” – ha argomentato la numero uno degli industriali – “possiamo avere contratti nazionali più avanzati, deroghe ai contratti aziendali e aziende che decidono di avere un contratto aziendale al posto di quello nazionale”. Questo – ha infine puntualizzato Emma Marcegaglia – “è possibile con le regole attuali di Confindustria“.

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