Eolico: il settore ha bisogno di nuove figure professionali

Il mondo del lavoro del settore eolico ha fame di nuove figure professionali. Secondo l’Ewea nella sua pubblicazione ‘Vento al lavoro’ si identificano le categorie piu’ ricercate a seconda dei settori di attivita’: gli ingegneri e il personale che gestisce gli impianti industriali e le attivita’. I promotori dell’energia eolica hanno invece bisogno di un maggior numeri di project manager, di quei professionisti su cui grava la responsabilita’ di ottenere i permessi di costruzione nei paesi dove dovra’ essere realizzato il parco eolico.

Un ruolo che richiede una buona conoscenza sia del paese interessato alla realizzazione, sia dell’energia eolica. Altri profili come quelli di manager finanziari e di vendita sono piu’ facili da trovare, vista la qualificazione meno specializzata. Meno chiaro appare il quadro per gli istituti di ricerca e sviluppo. Dei due interpellati dall’Ewea uno non ha lamentato problemi a livello di personale mentre l’altro ha denunciato la penuria di ricercatori con un’adeguata esperienza. Va comunque notato che i salari offerti dai centri di ricerca sono spesso inferiori a quelli garantiti dalle compagnie private. Alla base della carenza di figure professionali in grado di rispondere alla domanda dell’industria eolica non c’e’ un deficit di insegnamento, ma piuttosto lo scarso interesse degli studenti per le facolta’ finalizzate al mercato eolico. Tutti sono d’accordo nel dire che gli ingegneri sfornati dalle universita’ europee non sono sufficienti per rispondere alla domanda del settore energetico e quindi anche dell’eolico. Il gap, rende noto l’Ewea, esiste anche a livello di scuole superiori dove il livello e la qualita’ dei corsi con attivita’ correlate al vento sono insufficienti. La preparazione richiesta per questi profili cambia da paese a paese, a volte da regione a regione, e cio’ non aiuta la mobilita’ di questi lavoratori. I giovani mancano l’appuntamento con un settore, che offre occupazioni interessanti, anche a causa di una cattiva informazione.

(F. Baglivi)

Fonte: Ansa.it

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