Informatica e Pubblica Amministrazione: due mondi che dovrebbero imparare a convivere, anche per facilitare la vita dei cittadini, ma che almeno per il momento faticano a trovare veri punti di contatto, penalizzando così investimenti e risultati che ancora vengono a mancare. E così ancora una volta l’Italia invece di essere in prima linea rischia di dover inseguire.
Lo dice chiaramente un’indagine effettuata dall’SDA della Bocconi di Milano e dall’AICA (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) che hanno analizzato attentamente la conoscenza, o meglio l’ignoranza informatica (come riportato nel titolo dell’inchiesta), che hanno i 600mila dipendenti pubblici che lavorano presso Regioni, Province, Comuni, Unioni di Comuni e Comunità Montane. La spesa complessiva per adeguare i sistemi ogni anno è pari a 205 milioni di euro, che corrispondono a 346 euro per ogni lavoratore. Ma a fronte di questo impiego di denaro pubblico l’efficienza è sotto media.
E’ risultato infatti che chi lavora nella Pubblica Amministrazione usa il pc in media per il 69% della sua giornata lavorativa, ma la scarsa conoscenza di programmi e soprattutto di soluzioni immediate ai problemi porta via almeno 47 minuti alla settimana. Servirebbe quindi un’ulteriore educazione informatica fatta soprattutto di formazione che potrebbe concretamente portare ad un incremento della produttività pari al meno al 12%, che corrisponderebbe ad una stima di circa 2,2 miliardi di euro l’anno.
Non è tutta colpa degli utenti, però. Dall’indagine infatti è emerso che i sistemi informatici presentano numerosi errori: statisticamente il 26% dei problemi legati ai terminali sono imputabili ad errori di progettazione o aggiornamento delle piattaforme mentre il 17% è correlato a guasti. Resta comunque quel 40% di impiegati che interpella l’assistenza semplicemente per la sua scarsa perizia per tutto quello che concerne il mondo dell’informatica, anche solo nelle nozioni base. Quindi occorrerebbe una maggiore formazione sia per gli utenti finali, in questo caso gli addetti delle PA, ma anche per chi li deve mettere in grado di lavorare. Per ovviare al problema servirebbe soprattutto rivolgersi a personale specializzato, individuato dallo standard europeo EUCIP in ben 22 figure specifiche quali l’amministratore di sistemi, gli sviluppatori, i responsabili della sicurezza e molti altri.