L’artigianato è il settore più colpito dalla crisi economica

Crisi dell'artigianatoNell’ultimo biennio tanto si è parlato degli effetti della crisi economica sulle famiglie, sulle aziende e sopratutto sulle piccole imprese artigiane. La Cgia di Mestre si è fatta portavoce di una piaga d’Italia che ha contribuito alla demolizione della nostra economia e così, a conti fatti, arrivati all’aprile 2014 si può definitivamente dire che il settore maggiormente colpito dalla recessione è stato quello dell’artigianato. Sono addirittura 75.500 le imprese artigiane che negli ultimi cinque anni sono state costrette a chiudere i battenti, un problema che non ha distinto tra zone ricche e zone povere del Paese, e che è andato a colpire tanto il Sud quanto il Nord d’Italia.

Per i tecnici, l’Italia è entrata nel vortice della crisi economica nel 2011, ma sappiamo che le radici del problema affondano negli anni precedenti tanto che il Paese è sprofondato nella più lunga recessione dal dopo guerra. I dati sconcertanti e definitivi gli ha forniti la Cgia di Mestre, che è andata a evidenziare come la crisi sia andata a colpire uno dei titani dell’economia italiana: la ricca zona del Triveneto, dove hanno chiuso ben 12mila aziende del settore artigianato.

È evidente come negli anni la situazione dell’artigianato sia sfuggita di mano ai governi che invece avrebbero dovuto arginare la deriva. I motivi di una crisi tanto profonda sono stati spiegati da Giuseppe Bortolussi, il segretario della Cgia di Mestre: “Drastica riduzione dei consumi delle famiglie, forte aumento sia delle tasse sia del peso della burocrazia e la restrizione del credito sono tra le cause che hanno costretto moltissimi artigiani a gettare la spugna. Non potendo contare su nessun ammortizzatore sociale, dopo la chiusura dell’attività moltissimi artigiani non hanno trovato nessun altro impiego e sono andati a ingrossare il numero dei senza lavoro, portandosi appresso i debiti accumulati in questi anni e un futuro tutto da inventare.

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