Un’affluenza ottimale al 95%, ma il risultato non è quello che la Fiat si sarebbe aspettata: il consenso è arrivato da parte del 63% dei lavoratori, che lascia aperti tutti i pericoli e rischi della situazione.
Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco adesso è davvero in pericolo: nella fabbrica campana, è alta la consapevolezza che quel 36% di no è di un peso specifico molto elevato.
Adesso la palla si sposta nelle mani del Lingotto e arriva da più parti la preoccupazione che il non raggiungimento del plebiscito possa incidere sugli investimenti e che la stessa Fiat possa, in base a questi dati, non rinnovare la volontà di portare soldi e lavoro in Campania.
In realtà, poco dopo gli scrutini, si prevedeva una più netta affermazione dei sì, almeno al 76%, tanto che il ministro Sacconi aveva già invitato l’azienda a realizzare il promesso investimento.
Ovviamente, la situazione più delicata si ha a livello sindacale: se da una parte Fim e Uilm sono felici per la percentuale ottenuta e auspicano una rapida conclusione dell’accordo, la Fiom invece ribadisce ancora una volta il suo no, anche se apre a delle possibili trattative.