Sacconi: occorre favorire la produttività e con essa la crescita dei salari

Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, ha dichiarato che – nel campo delle relazioni industriali – occorre “individuare il modo migliore e nuovo di relazionarsi per meglio favorire la produttività e solo con essa la crescita dei salari“.
“Ci sono” – ha proseguito il ministro – “aziende capital intensive e quindi a bassa intensità di lavoro, come quelle chimiche, in cui il contratto nazionale può avere un ruolo maggiore rispetto a settori a più alta occupazione per i quali i contratti di prossimità possono essere più idonei al reciproco adattamento tra le parti”. Dunque “quello che conta è far vincere la condivisione sul conflitto, il dialogo quotidiano, vissuto ogni giorno per aiutare le imprese a crescere dando valore alle persone nel lavoro”.
Sacconi ha inoltre sottolineato che bisogna “garantire alle parti l’efficacia verso tutti i lavoratori dei loro accordi senza subire i veti delle minoranze e gli scioperi selvaggi di pochi che fermano molti; chi ha la responsabilità di condurre la fabbrica deve poter adeguare flessibilmente l’organizzazione della produzione e del lavoro e il sindacato maggioritario deve poter realizzare accordi su investimenti, occupazione e salari“.
Il contratto aziendale poi dovrebbe “regolare tutto ciò che riguarda l’organizzazione della produzione e del lavoro: nel complesso deve emergere un modello flessibile, libero e responsabile, adatto anche a quella vasta realtà delle piccole imprese dove il sindacato non c’è”.
“Qui” – ha quindi concluso Sacconi – “possono essere utili accordi territoriali per la gestione del mercato del lavoro, dal ricollocamento degli esuberi alla certificazione dei contratti di lavoro per prevenire il contenzioso, all’arbitrato per i conflitti individuali, al servizio per ambienti di lavoro sicuri, all’assistenza per le attività formative e soprattutto la possibilità di detassare i salari in conseguenza di accordi per la maggiore produttività”.

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