L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha abbassato l’outlook del nostro Paese da stabile a negativo: confermato il rating al livello A+, l’agenzia ha anche sottolineato che “le attuali prospettive di crescita sono deboli e l’impegno politico per riforme che aumentino la produttività sembra incerto”.
Standard & Poor’s ha quindi specificato che “il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico: come risultato, crediamo che le prospettive dell’Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite” e dunque “il debito dell’Italia potrebbe ristagnare agli attuali alti livelli”.
“La limitata capacità dell’economia italiana di beneficiare del rafforzamento della domanda esterna” – ha proseguito l’agenzia – “riflette la bassa crescita della produttività, la limitata mobilità nel mercato del lavoro e una costante erosione di competitività internazionale negli ultimi dieci anni”.
S&P’s ha inoltre rimarcato che, “anche se questi fattori influenzano l’economia italiana da oltre un decennio, il loro impatto sulla crescita è maggiore ora a causa dell’intensificarsi della concorrenza nei settori chiave per l’esportazione, dell’ulteriore apprezzamento del tasso di cambio reale deflazionato dalle dinamiche salariali e del rischio di un aumento dei costi della raccolta nei settori pubblico e privato”.
L’agenzia ha poi puntualizzato che, “se la debole crescita economica dovesse persistere, il risultato di bilancio probabilmente non raggiungerà in modo significativo gli obiettivi del governo e quindi farà deragliare il piano di riduzione del debito contenuto nel Programma di Crescita e Stabilità”.
“L’Italia” – ha infine commentato il ministero dell’Economia – “è stata, è e sarà un Paese con risorse economiche e politiche” tali da poter “sempre rispettare gli impegni presi”.