Tra ripresa e coda della crisi: gli effetti negativi sempre sui lavoratori

Il 26 aprile il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, affermava ad alta voce che tutti i valori indicativi ci informano di come la crisi sia ormai finita. Lo scopo del nostro lavoro, continua Scajola, è adesso quello di ripristinare i livelli economici del 2008, anche se ovviamente necessitiamo di tempo: l’obiettivo è quello di dare una marcia in più alla ripresa per ritornare a tali livelli.

D’altra parte troviamo la dichiarazione del segretario del Cgil del Lazio, Claudio di Berardino, che lo scorso 24 aprile, sottolineava come nella capitale ci fossero circa 250 mila persone tra disoccupati, cassintegrati e in cerca di un’occupazione.

In realtà i dati di marzo diffusi dall’Istat, affermano senza doppie misure, che la coda della crisi continua ad influenzare le scelte delle aziende nel breve termine e ad avere risvolti negativi per le famiglie.
Un dato su tutti: la gente non riesce più a riscattare il bene dato a garanzia del prestito: un dato confermato dalla crescita del Monte dei pegni, aumentato del 20% a Milano, del 10% a Roma e addirittura del 12% su scala nazionale.

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