Via gli scontrini e le ricevute fiscali a commercianti e artigiani?

“Via gli scontrini e le ricevute fiscali a commercianti e artigiani“. È la proposta di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, che ha dichiarato che “con gli studi ormai a regime la valenza fiscale di questi strumenti non ha più senso”.

Occorre infatti considerare che “i ricavi degli autonomi (e le conseguenti imposte e contributi da versare allo Stato) sono stabiliti a tavolino dall’Amministrazione finanziaria attraverso gli studi di settore”. Poichè “in queste ultime settimane il ministro Tremonti è intervenuto opportunamente contro l’oppressione fiscale a carico delle imprese” – ha quindi proseguito il segretario dell’associazione artigiani e piccole imprese – “riteniamo sia il caso che si attivi anche per l’abolizione di scontrini e ricevute”.

Già nel 1996 c’era stato un accordo in tal senso: si trattava – ha rimarcato la Cgia – di una “intesa che prevedeva il superamento della valenza fiscale dello scontrino e della ricevuta una volta che gli studi di settore fossero stati introdotti e applicati a tutte le categorie“; tuttavia – ha puntualizzato Giuseppe Bortolussi – “a distanza di 15 anni, e con gli studi ormai a regime, questo impegno, purtroppo, non è stato ancora mantenuto”.

Bortolussi ha poi voluto evidenziare “una considerazione statistica: tra il 2001 ed il 2007 l’80% circa dei controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla emissione di scontrini e ricevute fiscali ha dato esito negativo“. Pertanto “baristi, fruttivendoli, idraulici, autoriparatori, falegnami o commercianti, nonostante le campagne denigratorie che periodicamente subiscono, li emettono regolarmente”. “Solo il 20% circa di queste categorie” – ha dunque concluso Bortolussi – “è incorso nelle sanzioni comminate dalle Fiamme Gialle”.

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