Solitamente per tirare le somme e trarre conclusioni ferme e determinanti sui tanto temuti investimenti a lungo termine, bisogna aspettare un arco di tempo che non sia mai inferiore ai dieci anni. Infatti come l’esperienza insegna e la consuetudine vuole, i prodotti finanziari a lungo termine vanno analizzati a posteriori e in un lungo periodo dilatato nel tempo, per poter veramente comprendere pienamente il frutto e l’eventuale vantaggio dell’investimento.
Guardando allora a ritroso, negli ultimi 10 anni , si scopre che mentre l’indice azionario Nasdaq ha perso dal 1999 al 2009 il 44%, i titoli di stato americano sono stati nettamente più fruttuosi e vantaggiosi in quanto nello stesso periodo hanno guadagnato l’85%.
Non di meno è stato il campo dell’oro che ha visto una scalata inarrestabile arrivando a +279%, seguita a ruota dal petrolio che ha toccato il +210%.
Soffermandoci invece sull’andamento delle valute, scopriamo che il decennio in questione ha sancito un netto declino del dollaro che ha registrato perdite pari al 12,8% perdendo in partenza il raffronto con la media delle maggiori valute mondiali fino ad arrivare al 44% nei confronti dell’euro.
Da qui si può dedurre il motivo per cui i piccoli risparmiatori possono ritrovarsi e incorrere nel famoso scoppio di bolle speculative che vanno poi, ad indebolire l’intero assetto economico e finanziario.
Continuando con i bilanci emerge, quindi, che non sempre il rischio dettato dalle azioni, ripaga i titoli di stato, anche quando si tratta di mercati forti e competitivi quale quello americano ed europeo.
Da qui, sconfortante ammettere, che non sempre un decennio di pazienza e cura negli investimenti permette di recuperare le perdite, in quanto alla fine pare che non ci sia mai un vero e solido indicatore che permetta ai “più piccoli” di dormire sonni tranquilli.