Bot e CcTeu, l’Italia chiede credito agli investitori

Quanto credono ancora gli investitori, non solo quelli italiani, nei nostri Bot? Una risposta chiara si avrà già domani in quella che è diventata la scadenza più attesa e potenzialmente più devastante dell’ultimo periodo per l’economia italiana visto che saranno messi in vendita i Buoni Ordinari del Tesoro semestrali con scadenza 31 marzo 2012.

Il ministero del Tesoro ha disposto per il 27 settembre un’asta molto corposa, da ben 8 miliardi di euro e lo stesso giorno verrà emessa una seconda tranche con scadenza 15 dicembre 2011, per un importo pari ad altre 3 miliardi di euro, mentre entro il 30 settembre andranno a scadere altri titoli di stato sempre per un valore pari a 8 miliardi.

Cifre complessivamente importanti, come raramente capita tutto in una volta. Soprattutto in un periodo come questo nel quale l’economia del nostro Paese vive una crisi profonda e soprattutto è messa sotto attacco da investitori senza scrupoli e speculatori che stanno affossando le possibilità di crescita.

Da qui si spiega il profondo divario (quello che ormai abbiamo cominciato a conoscere sinistramente come ‘spread’) tra i rendimenti dei nostri titoli e quelli tedeschi sul rendimento decennale. Un dato che fotografa la fiducia o meno sulla crescita di un Paese.

Ma non è tutto, perché la settimana proseguirà con altre emissioni. Ci sarà quella di CTz a due anni per altri 3,5 miliardi di euro, poi mercoledì l’asta per i Bot decennali il cui importo si dovrebbe aggirare tra i 500 e i 750 milioni e infine giovedì l’asta per i CcTeu semestrali (quelli che dallo scorso anno hanno sostituito i Cct) a 3, 5 e 10 anni. Complessivamente sul piatto c’è quindi una ventina di miliardi.

Una richiesta di credito e di fiducia importante quella avanzata dal governo italiano, in particolare dal ministero retto da Giulio Tremonti. Vedremo che appeal potranno avere ancora i nostri titoli, soprattutto quelli a scadenza breve che non sono affatto coperti della BCE che per scelta punta solo sui quinquennali e decennali, buoni per fotografare lo stato di salute di un Paese a lunga scadenza.

Potrebbero arrivare soldi freschi, soprattutto da nazioni emergenti e che hanno dimostrato di avere interesse come la Cina, così come potrebbe arrivare la fiducia degli istituti bancari per i quali normalmente i Bot con scadenza breve sono investimenti sicuri.

Potrebbe tutto, ma intanto già da domani sapremo come sta realmente la nostra economia

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