Casomai non ce ne fossimo accorti direttamente, sono arrivati i dati dell’inflazione relativa al mese di agosto a confermare come, anche sotto la spinta dei continui rincari dei carburanti, le tasche degli italiani siano sempre più vuote per un trend che difficilmente è destinato a cambiare direzione in tempi brevi.
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato, anche se di poco, passando dal 2,7% di luglio al 2,8% di agosto confermando una crescita che si è fatta inarrestabile negli ultimi dodici mesi e che ha riportato l’Italia ai valori del 2008, ossia il primo periodo buio della crisi mondiale.
Ovviamente a trascinare l’ascesa sono ancora una volta i carburanti, con rialzi importanti sia per la benzina che registra un +16,1% che ancora di più per il diesel, cresciuto del +20,3% che è anche il dato massimo da tre anni a questa parte.
Rincari che, come in un domino, hanno fatto salire anche i prezzi dei beni di consumo più diffusi nelle case degli italiani. Quello che è considerato il paniere base per il ‘carrello della spesa’ è rincarato del 3,6%. Analizzando le principali voci di gli aumenti più cospicui hanno interessato i trasporti (con un +7%) e in particolare i biglietti aerei rincarati in un solo mese del 17,3% e del 5,2% in un anno, mentre i traghetti presentano un dato tendenziale di crescita pari addirittura a +61,4% tendenziale). Più contenuti i treni, saliti ‘solo’ del 9,7% in un anno. Non va meglio per le spese dedicate alla casa (+5,1%), mentre respirano gli alimenti, in particolare frutta e verdura calati su base annua dell’8,6%.
E così ancora una volta le unioni dei consumati, riunite nella sigla CASPER, esprimono tutta la loro preoccupazione: “Crisi e manovre, unite ai rincari, hanno prodotto dal 2001 al 2011 una perdita pari a 10.850 euro a famiglia e per il 2011 è attesa un’ulteriore stangata stimabile in almeno 1.500 euro”. Da domani, in più. Scatterà ufficialmente l’aumento dell’Iva al 21% e certo non aiuterà a far calare i prezzi.