La Corte Costituzionale ha bocciato ieri sonoramente la legge elettorale nota anche come “Porcellum”, dichiarando incostituzionali sia il premio di maggioranza assegnato nelle due Camere indipendentemente dal raggiungimento di una determinata soglia da parte del partito o della coalizione che ha ottenuto più voti, sia le norme che regolano le liste bloccate. Rispetto alle previsioni, la Consulta è stata ben più tranciante. A questo punto, secondo i giudici ermellini, il Parlamento potrà comunque fare una nuova legge elettorale, secondo le sue preferenze.
Di certo, da oggi sappiamo che alla Camera dei Deputati, stando alla sentenza della Corte, 148 seggi assegnati al centro-sinistra come premio di maggioranza sarebbero illegittimi, ma un pò tutto il Parlamento attuale è stato delegittimato, in quanto composto sulla base delle liste bloccate, che hanno privato il cittadino del diritto di scegliere chi mandare alla Camera e al Senato.
Per questo, nonostante il governo può puntare ad allungarsi la vita di qualche mese, in attesa che il Parlamento approvi, se sarà in grado di farlo, una nuova legge elettorale, la legislatura sarebbe in ogni caso destinata a finire in anticipo, perché dopo la sentenza di ieri sul Porcellum, le Camere e lo stesso governo sono stati di fatto privati di legittimità.
Il problema è quale nuovo sistema elettorale possa sostituire il Porcellum, perché in assenza di correttivi, le elezioni si dovrebbero tenere con un proporzionale senza premio di maggioranza e con le preferenze, condannando in partenza i partiti a ricercare le larghe intese. Ma le distanze tra centro-destra e centro-sinistra non sembrano diminuire e il rischio è che le prossime settimane saranno caratterizzate da nuovi scontri tra le coalizioni su un nuovo tema.