Conti online: si va oltre il 3%

Investire restando liquidi? Per molti italiani la risposta sta nei conti corrente online che, anche a fronte del susseguirsi di tagli ai tassi da parte della Bce, sono in grado di offrire un interessante rapporto tra garanzie, remunerazione e accessibilità del capitale.

In molti casi, però, i rendimenti più alti vengono da offerte promozionali valide solo per i nuovi clienti, per un periodo di tempo e un importo limitati e a condizioni ben precise, come la sottoscrizione di un conto deposito o di un pronti contro termine. E quasi sempre i tassi indicati dalle banche sono al lordo dell’aliquota del 27 per cento.
Così, il 4,25% offerto dal conto deposito Arancio di Ing Direct diviene il 3,10% netto, per ridursi al 3% lordo (2,19% netto) dopo sei mesi dall’attivazione. Il 5% del conto Barclays corrisponde al 3,65% netto, ma dal 2010 si applica l’Euribor medio del mese precedente meno il 2 per cento.
Webank offre, con il suo Conto@me, il 5% lordo fino al 30 giugno per portafogli inferiori ai 30mila euro; dopo e oltre, si applica il tasso base del 2,4% lordo (l’1,75% netto). Banca Sella ha già annunciato che, ferma restando la promozione del 5% lordo per 5 mesi valida sino al 29 gennaio, l’interesse di base scenderà dall’1,65% netto all’1,28% a partire dal 21 febbraio.

I tagli della Bce hanno fatto sentire il loro peso anche sui conti corrente online, ma in misura meno che proporzionale. Dallo scorso ottobre, il tasso di riferimento è sceso dal 3,75% al 2%; alcuni conti base, come il Rendimax di Banca Ifis e Conto Arancio di Ing, hanno mantenuto invariati i rendimenti. Webank ha attuato un taglio di 1,25 punti percentuale (dal 3,65% al 2,4% lordo), Sparkasse è sceso dal 3,50 al 3,05% lordo e Fineco dal 3,50 all’1,75% lordo.
I Bot annuali emessi al 15 gennaio rendono, per contro, l’1,84% lordo (l’1,61% netto).

Sul fronte delle garanzie, è importante ricordare che il Fondo interbancario di tutela dei depositi copre i conti corrente online oltre che i tradizionali fino a un massimo di 103mila euro, una protezione che non vale per i contratti che prevedono la sottoscrizione di pronti contro termine. La crescita del canale online ha comunque risentito della crisi di fiducia seguita al crollo di Lehman. «A metà agosto – segnala Christian Miccoli, ad di Chebanca! – abbiamo registrato una fase di stasi, cui ha fatto seguito da dicembre una fase di attivo interesse da parte dei risparmiatori. Oggi abbiamo più che raddoppiato i volumi da ottobre-novembre».
Quanto ai rischi per i risparmiatori, secondo gli esperti sono minimi: «Si tratta di operatori che nella maggior parte dei casi hanno alle spalle un gruppo solido, il cui fallimento è improbabile».
Tanto più ora che gli interventi governativi offrono di fatto una garanzia pubblica.

Fonte: Ilsole24ore.com

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