Sono tra le categorie più denigrate d’Italia, soprattutto quando si tratta di soldi pubblici.
Ma ora scopriamo che gli stipendi dei dipendenti statali nel 2010 sono cresciuti di una media inferiore a quella dell’inflazione in Italia e quindi il pubblico impiego sta diventando sempre più povero, anche se relativamente.
Il dato arriva direttamente dal rapporto semestrale dell’Aran (l’Agenzia per la Rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) che ha registrato l’anno passato un aumento delle retribuzioni contrattuali nella Pubblica amministrazione pari all’1,3%, nettamente in calo rispetto al +3% del 2009. E l’andamento dell’anno in corso, con un aumento pari solo allo 0,7% in più sembra far presagire tempi ancora duri. Inoltre la crescita tendenziale nel 2010 è molto relativa se rapportata a quella rilevata nel 2008, che era pari a +4,1%.
A questi va aggiunto che le retribuzioni del settore privato sono cresciute con picchi maggiori, pari all’1,7% nel 2009 e al +2,9% nel 2010. Una situazione che dovrebbe cambiare radicalmente dal 2014, quando scatterà una convergenza tra i rapporti pubblico-privato. Ovviamente sul piede di guerra i sindacati che denunciano la penalizzazione degli impiegati della pubblica amministrazione, puntano sulla contrattazione integrativa e intanto sono pronti a mobilitarsi, come succederà per la Uil che ha proclamato uno sciopero nazionale delle categorie del pubblico impiego per il prossimo 28 ottobre.
Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, all’Adn Kronos lamenta “la moderazione salariale che ha caratterizzato i rinnovi contrattuali del biennio 2008-2009 e i primi effetti della manovra finanziaria 2010, quindi il blocco dei contratti nazionali con conseguente corresponsione della sola indennità di vacanza contrattuale” mentre il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta, lamenta “l’impoverimento delle retribuzioni anche in conseguenza del blocco dei contratti nazionali e della contrattazione integrativa. Nel settore pubblico esistono posizioni non contrattualizzate che in questi anni hanno avuto condizioni contrattuali molto più dinamiche di quanto avvenuto nel sistema privato. Oltre a reimpossessarci di un percorso di contrattazione integrativa azienda per azienda, vogliamo che questa fase sia un motore di cambiamento delle Pubbliche amministrazioni, che con la sola riforma Brunetta non stanno decollando”.