Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, ha rilasciato una interessante intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. In essa il numero uno di via Nazionale ha designato – come già dichiarato “pubblicamente varie volte” – la Germania quale esempio da imitare.
Draghi ha infatti sottolineato che “la Germania ha migliorato la sua competitività attuando delle riforme strutturali” e che perciò “questo deve essere il modello” da seguire.
L’inquilino di Palazzo Koch ha poi precisato che l’Italia “non è un Paese a rischio”. Lo stesso Draghi ha quindi specificato che nel nostro Paese l’indebitamento delle famiglie e delle imprese “è tra i più bassi in Europa” e “la struttura industriale è molto diversificata e pertanto resistente”. Inoltre “il bilancio delle partite correnti è in equilibrio” e – durante la crisi – “il deficit di bilancio italiano non è aumentato come in altri Paesi”.
Il governatore di Bankitalia ha anche puntualizzato che la durata media del debito pubblico italiano “è aumentata a sette anni e tre mesi, il che ci protegge da problemi di finanziamento“. L’Italia comunque necessita di “regole severe per ridurre l’indebitamento” e “di maggiore crescita“.
Infine Draghi, nel definire l’euro “una storia di successo”, ha rimarcato che la moneta unica “ha portato vantaggi a tutti” e per Paesi come l’ Italia “ha significato un valore fondamentale, ossia la stabilità“. E la cultura della stabilità “deve essere salvaguardata, perche’ una crescita sostenibile e’ possibile solo sulla base della stabilità”: l’euro può dunque “sopravvivere solo se l’unione monetaria garantisce stabilità e prosperità“.