Una grande serra fotovoltaica per coltivare fiori e piante ma soprattutto per produrre energia pulita. Nelle campagne di Esenta di Lonato, in provincia di Brescia, è stata appena inaugurata la più grande serra fotovoltaica d’Italia che consentirà un risparmio di 759 tonnellate di Co2 all’anno.
L’impianto. Per un investimento complessivo di 5 milioni di euro (progettazione compresa) è stato realizzato da Ray Energy, azienda lombarda specializzata nel settore dell’energia rinnovabile da fonte solare fotovoltaica, ed è costituito da 4.800 moduli fotovoltaici Mitsubishi Electric PV-MF- 185TD4 della potenza ciascuno di 185w e da 5 inverter Siac/Siel modello Soleil da 200 kWp ciascuno. L’altezza, all’interno della struttura è di 5,20 metri e le pareti laterali sono realizzate in vetro in modo da consentire alla luce di filtrare il più possibile, considerata l’opacità dei pannelli che hanno un’inclinazione di 24 gradi.
Potenza ed efficienza energetica. La serra, che copre una superficie totale di 15mila mq di cui 6.825 di moduli fotovoltaici, ha una potenza (installata) pari a 888 kWp grazie all’utilizzo di moduli fotovoltaici Mitsubishi Electric di ultima generazione in silicio policristallino, che si caratterizzano per un’efficienza totale di 13,4% e che permettono all’anno una produzione elettrica di 1.100.000 kWh.
Integrazione architettonica. «Si tratta di realizzazioni di lunga durata per le quali si prevede un ciclo di vita di circa 30 anni e la particolarità di questi impianti sta nel fatto che vengono realizzati sulla copertura delle serre agricole in modalità di totale integrazione architettonica, ossia i moduli fotovoltaici sostituiscono completamente gli elementi di copertura della serra, senza però compromettere la fruibilità del terreno sottostante, che può continuare ad essere coltivato», afferma Gualtiero Seva, division manager Mitsubishi Electric Europe – Fotovoltaico. «Per il nostro Paese – prosegue Seva – si tratta di un impianto davvero innovativo sia per le modalità di utilizzazione dei pannelli sia per le sue ampie dimensioni. Strutture simili e ancora più grandi esistono solo in Olanda dove la coltivazione in serra vanta una lunga tradizione. La sfida, infatti, è di importare questo modello anche altrove e in particolare in Liguria dove l’ortoflorivivaismo in serra è molto diffuso».
Meno inquinamento. Lo sviluppo del settore fotovoltaico in questo ambito del resto è promettente vista la naturale necessità di alimentazione solare di piante e fiori. L’ortoflorivivaismo in serra, grazie a strutture di vetro e alluminio si presta particolarmente all’applicazione dei pannelli fotovoltaici favorendo, così, un sensibile risparmio economico e un grande rispetto dell’impatto visivo e ambientale. «L’energia prodotta, sotto il profilo della sostenibilità ambientale, consente una notevole riduzione della quantità di anidride carbonica emessa nell’atmosfera, rispetto alla produzione di energia elettrica da fonte tradizionale. Inoltre gli incentivi pubblici previsti dal Conto Energia permetteranno un rapido rientro dell’investimento forse già nel 2010», dichiara Luca Fermo, Amministratore Unico della Ray Energy Srl.
Destinazione. «L’impianto a cui stiamo lavorando da circa un anno consentirà al proprietario della serra di coltivare colture già prima di questa estate e in attesa del raccolto di poter vendere l’energia pulita prodotta», conclude Fermo.
Fonte: Ilsole24ore.com