Il rapporto presentato nella giornata di ieri a New York dalla Ong Dara è sconcertante: come conseguenza del clima impazzito ogni anno muoiono in tutto il mondo 400 mila persone, a cui si aggiungono le 4,5 milioni decedute a causa dell’inquinamento dei combustibili fossili. Come se non bastasse la perdita di vite umane, il problema si riflette anche sull’economia “I cambiamenti climatici hanno abbassato il Pil mondiale dell’1,6% cioè di 1200 miliardi di dollari, e le perdite potrebbero raddoppiare al 3,2% entro il 2030”.
Il rapporto sottoscritto da 50 scienziati sottolinea come saranno le fasce più deboli e povere a risentire più di chiunque altro degli effetti della siccità, delle inondazioni, delle nuove malattie. Ancora troppi Paesi al Mondo sono poco sensibili ai problemi ambientali, una negligenza spesso propria di quelli più inquinanti, i governi che invece si mostrano più aperti al problema si affannano invano nel cercare soluzioni, mai veramente efficaci.
Eppure basterebbe davvero poco, di fronte a una perdita dell’1,6% del Pil mondiale, ne basterebbe solo uno 0,5% per invertire il trend andando così a evitare l’aumento delle catastrofi naturali e di un ulteriore picco economico.
A causa della malattia della Terra anche l’Italia paga il suo prezzo, il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici ha stimato per il Bel Paese una perdita intorno ai 20-30 miliardi di euro l’anno. Dati e cifre che saranno sicuramente giunti all’orecchio del Ministro dell’Ambiente Clini che dovrà riconsiderare le sue proposte.