Il ponte sullo Stretto di Messina non si farà

I lavori per l’avvio del grande progetto targato Silvio Berlusconi non avranno mai inizio, è quanto definitivamente deciso da un punto inserito a sorpresa nella legge di stabilità passata al Consiglio dei Ministri. Per la mancata costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, lo Stato dovrà pagare una penale di 300 milioni di euro, così come previsto dal contratto firmato a suo tempo con il general contractor di Impregilo.

I cantieri per la realizzazione del ponte non sono mai stati aperti, eppure questo è costato alle casse dello Stato già ben 283 milioni di euro, cifra irrisoria in confronto a quella stimata per l’ultimazione del ponte, più di 8 miliardi di euro, di contro ai 4 inizialmente stimati. In totale, circa 600 milioni di soldi pubblici sono stati gettati al vento.

Il testo approvato dai vertici del governo Monti recita “Al fondo per lo sviluppo e la coesione è assegnata una dotazione finanziaria aggiuntiva di 300 milioni di euro per l’anno 2013 per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione di interventi per i quali sussistano titoli giuridici perfezionata alla data di entrata in vigore della presente legge.

Lo Stretto di Messina è una risorsa dal punto di vista storico e naturalistico per il nostro Paese, le acque ospitano specie vegetali e animali che presentano caratteristiche uniche e peculiari del luogo, realizzare un mastrodontico ponte tra Sicilia e Calabria avrebbe deturpato tali ricchezze, in definitiva la decisione del governo Monti non solo consente un enorme risparmio per le casse italiane, ma anche la definitiva salvaguardia di un ambiente naturale finora incontaminato.

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