Data la condizione in cui versa l’economia italiana, sembra essere oramai abbastanza chiara l’impossibilità di investire nella nostra economia, sia da parte dei grandi che dei piccoli investitori. Lo scenario economico che si prospetta sembra essere a dir poco preoccupante.
Questo ovviamente pesa sugli investimenti obbligazionari, che negli ultimi giorni stanno risentendo particolarmente anche dell’aggravarsi della crisi nazionale e internazionale.
Dalle prime analisi, infatti, emerge che l’’Italia pian piano comincia ad uscire letteralmente dal “radar” degli investimenti delle multinazionali, e il pacchetto al ribasso di misure studiato per la crisi Europea non solleverà di certo la situazione.
Non bastano le manovre economiche e le strategie governative, insomma, bisognerebbe puntare piuttosto su chi nel nostro paese potrebbe impiantare attività produttive con effetti di lungo periodo sulla crescita e l’occupazione. Scatenando così pian piano una nuova crescita a catena lenta ma sicura.
Gli investimenti quindi, calano, in Europa così come nel mondo e l’Italia sembra essere oramai in bilico, sempre meno vicina alle potenze economiche europee e sempre più accostata alle cenerentola della zona euro. Dalle ultime indagini è emerso che nel 2008 si sono registrati più ritiri di investimenti che nuovi investimenti mentre dopo solo 2 anni, nel 2010, il saldo era positivo per un misero 0,46% del Pil.
C’è chi sostiene che un blocco così deciso degli investimenti diretti esteri mette rischia seriamente di assumere i contorni di un problema strutturale..e forse valutando attentamente la condizione in cui versa la nostra economia, potremmo dire che un problema oramai già lo è.
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