Forse non è l’addio definitivo ai mutui come forma di investimento o di finanziamento, ma certamente gli ultimi dati indicano un crollo verticale in questi primi mesi del 2012 che va anche al di là della semplice motivazione dovuta alla crisi economica perdurante nel nostri Paese così come nel resto del mondo.
Infatti i numeri legati all’erogazione dei mutui immobiliari richiesti per acquistare nuove abitazioni nel primo trimestre di quest’anno sono calati di oltre il 47%, come conferma dell’Osservatorio sul credito al dettaglio. Non meglio comunque vanno le cose anche in altri settori strategicamente importanti come quelli legati all’arredamento, all’elettronica e agli elettrodomestici per i quali i finanziamenti sono diminuiti di poco nel 2011, con un calo pari a – 5,8% che soprattutto nel primo trimestre 2012, con un dato pari a -11%).
La diminuzione in assoluto più grossa però è per i mutui richiesti per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione che sono passati da un -24,9% del 2011, ad un calo dell’80% nei primi tre mesi del 2012. Invece sono aumentate le quote dei mutui a tasso misto e fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012), anche se la metà delle erogazioni complessive è stata ancora stipulata a tasso variabile, favorito dai tassi di mercato di riferimento che si sono comunque mantenuti su livelli contenuti.
La principale causa del crollo drastico per i mutui è identificata nell’aumento dei tassi di interesse applicati ai nuovi contratti, così come nell’irrigidimento dei criteri di concessione. Come fa rilevare l’Osservatorio “causa la perdurante incertezza derivante dalla crisi economica e finanziaria ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi, le famiglie italiane hanno limitato i consumi e si sono dimostrate molto prudenti nell’accensione di nuovi finanziamenti, in particolare per i consumi di beni durevoli”.