Pagamenti in contanti, si abbassa ancora la soglia

L’italia sembra essere una tra le nazioni maggiormente affezionata alle banconote cartacee. Negli ultimi anni tuttavia, si sta assistendo ad una sempre maggiore confidenza all’utilizzo di carte di credito e di debito, per acquisti in internet o per la comodità che ne risulta quando ci si trova in un paese straniero, magari con una moneta diversa dall’euro.

Al giorno d’oggi in italia, oltre il 95% degli acquisti al dettaglio avviene attraverso pagamenti in contante, una situazione che ci mette in secondo piano rispetto al resto dell’europa.

Il nuovo Governo sta però pensando di avviare una serie di iniziative atte a cambiare questa situazione, riducendo così l’utilizzo del denaro contante. Un’iniziativa del genere era già stata attuato dal passato governo berlusconi che aveva fissato la soglia massima di utilizzo del denaro contanti a 2.500 euro. Da settembre infatti spostamenti di denaro superiori ai 2500 euro dovranno essere effettuati tramite assegni, bonifici o carte dic reddito, mezzi insomma che prevedono una tracciabilità in modo da stringere anche la morsa su evasioni fiscali e transazioni non sempre “pulite”.

Il nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti, vorrebbe abbassare questa soglia a 500 o 300 euro. Monti è d’altronde stato piuttosto chiaro durante il suo insediamento: “Occorre ulteriormente abbassare la soglia per l’uso del contante, favorire un maggior uso della moneta elettronica“, ha dichiarato il Professore, che avrebbe in mente di abbinare al taglio dell’uso del contante anche qualche altra leva più o meno significativa.

Tra gli ulteriori strumenti che sta vagliando il governo vi sono anche l’eliminazioni delle commissioni da parte delle banche per l’uso delle carte di credito in modo da incentivare l’uso delle ultime. Un altra iniziativa atta questa volta a depenalizzare l’uso del denaro contante è quella di incrementare le commissioni per il prelievo..

Secondo diverse stime pubblicate negli ultimi giorni la gestione del denaro contante costa all’europa ben 50 miliardi di euro, di questi il 20% (10 miliardi circa) nella sola Italia. A questo se si aggiunge il beneficio che ne trarremmo nel contrastare in questo modo anche l’evasione fiscale, una dematerializzazione del denaro potrebbe portare benefici non trascurabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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