Anche gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia per gennaio sembrano indicare una volta di più la difficoltà dei rapporti tra gli istituti di credito da una parte, le aziende e i privati dall’altra. Infatti i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,6% su base annua (il calo era stato dello 0,9% a dicembre), facendo registrare il dato peggiore degli ultimi 14 mesi.
Inoltre i prestiti alle famiglie hanno registrato una diminuzione dello 0,6% su base annua (era -0,5% a dicembre) e anche in questo caso si tratta del peggior dato degli ultimi 14 mesi. Infine i prestiti alle società non finanziarie sono scesi del 2,8% mentre erano calati del 2,2% a dicembre). E ancora per quello che riguarda i tassi di interesse su mutui e prestiti e il costo del denaro, quelli applicati ai finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di una nuova casa rimangono invariati al 3,92%, quelli sulle erogazioni di credito al consumo sono saliti al 9,59%, rispetto al 9,09% del dicembre 2012.
Da rilevare anche come i tassi passivi sul complesso dei depositi, ossia gli interessi sui soldi depositati sui conti corrente, sono diminuiti all’1,17% mentre erano dell1,25% a dicembre. A gennaio si è anche registrata una forte ascesa della raccolta bancaria, mentre il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è aumentato al 7,7% a fronte del 7% a dicembre 2012). Tutti numeri che portano ad un tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria (includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario) sceso invece al 2,2% a fronte del 4,8% nel dicembre del 2012).
Ma uno dei dati che preoccupa maggiormente è quello legato alle cosiddette ‘sofferenze’ il cui tasso di crescita sui 12 mesi è aumentato al 17,5% mentre era al 16,6% solo nel dicembre del 2012. Ecco perché rimane fondamentale capire quello che sarà dell’economia italiana nei prossimi mesi ma soprattutto se ci sarà un deciso richiamo da parte del prossimo governo agli istituti bancari che hanno chiuso i cordoni della borsa o comunque impongono condizioni quasi impossibili.