Per quanto possa sembrare paradossale, l’esito dello studio presentato da Coldiretti-Swg nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, non rispecchia altro che una logica realtà: la crisi ha portato l’italiano medio a una mentalità del risparmio, la conseguenza è l’eliminazione degli sprechi. Il rapporto presentato e diffuso in questi giorni di ottobre si occupa esclusivamente del settore alimentare, tuttavia non è difficile estendere le nuove abitudini degli italiani ad altri campi, dal preferire la bicicletta alla macchina per risparmiare benzina, all’evitare inutili consumi d’acqua nelle mansioni domestiche.
“Con il 59% delle famiglie che torna a preparare i piatti del giorno dopo, due italiani su 3 (65%) hanno ridotto o annullato lo spreco di cibo per effetto della crisi.” Per dare consistenza agli esiti delle proprie ricerche, la Coldiretti ha fornito chiari dati, i numeri sono certificati dall’Istat e non lasciano spazio ad obbiezioni “Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 67% lo ha fatto facendo la spesa in modo più oculato, il 59% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo, il 40% riducendo le dosi acquistate e il 38% guardando con più attenzione alla data di scadenza.”
Le abitudini sono cambiate in meglio, è d’altronde storicamente provato che i popoli danno il meglio di sé nei momenti di difficoltà, ed ecco l’italiano diventare un vero e proprio cacciatore di offerte nel campo della spesa, scelta molto logica dal momento che “il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arriva a triplicare da un negozio all’altro, quello di yogurt e birra del tutto identici quasi raddoppia, la stessa confezione di latte cresce del 50%.”
Tuttavia possiamo definire il miglioramento descritto solo come un timido segnale in controtendenza con la più grave realtà “Si tratta forse dell’unico elemento positivo della crisi in un Paese come l’Italia dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate.”
Il settore alimentare è l’unico nel quale una famiglia non può permettersi di tagliare sugli acquisti, l’affinamento delle tecniche della spesa non è altro che la necessaria risposta alla quotidiana tragedia della crisi economica.