Non c’è solo l’introduzione dell’Imu a popolare gli incubi dei contribuenti italiani. Infatti a causa degli aumenti previsti dal Ddl sul Lavoro per i proprietari di immobili che non applichino la cedolare secca, i sindacati come la Cgil e il Sunia lanciano l’allarme sulla possibile lievitazione anche degli affitti.
Andiamo con ordine: la cedolare secca non è un obbligo per i proprietari delle case, ma una delle nuove norme che si collega al Ddl sul Lavoro ha ridotto da 15 a 5% lo sconto forfait previsto sino ad oggi per chi dichiari insieme all’Irpef i redditi derivanti dalla locazione di immobili. Quindi cala di 10 punti la riduzione della base di calcolo per l’Irpef sugli affitti rispetto al rendimento derivante dalle stime d’estimo.
E questo costo potrebbe essere scaricato dai proprietari sugli inquilini che potrebbero così dover affrontare un canone maggiorato. Cgil e Sunia calcolano che si potrebbe arrivare anche ad aumenti pari al 20%, impossibili da affrontare per famiglie monoreddito o che si trovino a dover affrontare casi di licenziamenti o cassa integrazione.
Il sindacato ha fatto degli esempi concreti: per un’abitazione di 80 mq, collocata in zona semicentrale, a Roma nel canale libero l’incremento sarà pari al 142%, passando da una vecchia Ici pari a 892 euro alla nuova Imu di 2.161, a fronte di un affitto mensile medio di 1.250 euro. A Milano l’aumento dell’Imu sarà pari al d207% per un totale di 1.958 euro e con un affitto medio mensile di 1.100 euro, mentre a Bologna raggiunge il 198% con un Imu pari a 1.915 euro a fronte di un affitto medio di 950 euro e infine a Palermo si registra è +119% per un Imu pari a 834 euro rispetto ad un affitto medio di 550 euro.
Quindi aumenti ovunque superiori al doppio, con maggiorazioni superiori per le abitazioni affittate a canone concordato. E ora, con queste nuove norme, l’aggravio per i proprietari con quei 10 punti percentuali in meno per l’Irpef rischia di essere pari a circa 450 euro l’anno, che potrebbero rientrare nelle tasche attraverso gli affitti. Quindi la richiesta è quella di venire incontro ai proprietari in modo che non si rifacciano su chi già paga prezzi salati per avere una casa.