La premessa è doverosa: le spese per i figli, specie se nell’età dell’infanzia, sono un investimento per il futuro. Ma in questo 2012 rischiano di pesare non poco sull’economia delle famiglie italiane, se, come ha calcolato Federconsumatori, solo nel primo anno di vita di un bambino si arriveranno a spendere dai 6mila ai 13mila euro.
Una cifra che rappresenterebbe un ulteriore aumento del 4% rispetto a quanto già avvenuto lo scorso anno e che soprattutto secondo una delle principali associazione di consumatori non è giustificata se non da un mercato che se ne approfitta. Perché sono tutti costi legati a prodotti essenziali, come lettini, passeggini, fasciatoi (senza per forza andare a scegliere quelli più cari e di marca) ma anche biberon oppure creme e prodotti per lo svezzamento.
Basta consultare la tabella redatta da Federconsumatori per impressionarsi. Tra iu generi che sono aumentati di meno troviamo le culle e i fasciatoi, cresciuti in media del 2%, seguiti dai biscotti che hanno subito un aumento del 3%. Ma già per il latte e le pappe si passa al 5%, mentre pannolini, seggiolini auto e sdraio sono cresciuti del 6%, i semplici ciucci del 7%, passeggini e biberon del 9% e addirittura le creme del 10%. Tutte spese essenziali per il benessere del bambino, tutti costi che andranno a pesare a fine mese.
Basta considerare ad esempio il solo investimento per i pannolini. Federconsumatori stima che nel 2011 si siano spesi, facendo una media tra i vari marchi e le scelte delle famiglie (alcune sono tornate ad utilizzare i pannolini lavabili e non gli ‘usa e getta’) tra i 600 e i 990 euro mentre per l’anno in corso si arriverà ad un minimo di 635 e un massimo di 1.105. Per il nutrimento invece si andrà da un minimo di1.530 euro ad un massimo di 3.340 euro. E a questo va eventualmente aggiunta la spesa per asili nido e baby sitter, cresciuta tra il 2 e il 4% nel primo caso, addirittura del 6% nel secondo.
A questo va aggiunto il fatto che il governo ancora fa poco in questo campo visto che il ‘bonus bebè’ è di soli 500 euro l’anno mentre sono previsti fondi di credito pari ad un massimo di 5mila euro, da rimborsare però in 5 anni. In ogni caso il ministro Andrea Riccardi, che la delega alle famiglie, ha già mandato una segnalazione all’Antitrust segnalando le incongruità di certe voci di spesa come ad esempio il latte artificiale, con prezzi che in media sono i più alti d’Europa.