Tutte le novità del nuovo Decreto Sviluppo

Sta prendendo corpo una nuova bozza del Decreto Sviluppo. Le novità saranno parecchie, alcune di queste potrebbero addirittura cambiare la nostra vita quotidiana. Nel Decreto si sta cercando ovviamente di risparmiare, sia sulla carta, che su bilanci e anche, e qualcuno storcerà il naso, sui controlli fiscali.

Primo punto dell’iniziativa dovrebbe basarsi sulla dematerializzazione dei documenti, l’eliminazione definitiva di certificati e pagelle, di attestati di iscrizione e pagamenti di tasse. Insomma eliminare la carta e portare tutto in via telematica con un conseguente risparmio di tempo e denaro.

Anche il biglietto del bus diventerà elettronico, le aziende di trasporto locale infatti “adotteranno sistemi di bigliettazione elettronica e di pagamento interoperabili a livello nazionale”, consentendo di sfruttare maggiori sinergie sul fronte del trasporto pubblico.

Particolarmente importante e atteso da molti, saranno inoltre le agevolazioni sui mutui per le giovani coppie, anche senza un contratto di lavoro a tempo indeterminato. La garanzia sarà infatti statale per accendere un mutuo sulla prima casa, sperando in questo modo di sbloccare sia il mercato immobiliare, sia l’infelice situazioni delle giovani coppie in Italia.

Un’altra interessante iniziativa è l’istituzione di una polizza anticalamità naturali, che garantirà la riparazione più rapida degli immobili privati in caso di eventi naturali.

Altro punto sarà lo snellimento, definito in realtà razionalizzazione dei controlli sulle imprese, chin modo da avere meno intralci sulle attività imprenditoriali.

Per selezionare dipendenti e dirigenti della Pubblica Amministrazione sono previsti concorsi unicic, mentre per agevolare la nascita delle nuove iniziative imprenditoriali, saranno sviluppate zone “a burocrazia zero”.

Infine, i docenti universitari dovranno andare in pensione a 68 anni, contro i precedenti 70.

1 Comment

  1. Pier Luigi Caffese

    Il decreto sviluppo deve prevedere 50 miliardi annui per 20 anni(1000 miliardi)altrimenti lo chiamiamo decreto formale di decrescita.Senza soldi non si sviluppa niente.Dove prelevare i 50 miliardi annui per i 2 fondi giovani-donne(20 miliardi)e infrastrutture/energia/agricoltura(30 miliardi)?Dalla riserva di 600 miliardi:400 dalle nicchie fiscali(Bankitalia),50 dal progetto Caffese che fa sue le norme francesi di sviluppo,40 dal passaggio carta/digitale(progetto Formigoni/Brunetta),100 da privatizzazioni ben fatte,10 dalla Ue che ha approvato 50 miliardi di infrastrutture.Ora dire che non ci sono i soldi per il decreto sviluppo è da ragiunat non da uomini/donne di sviluppo.Chi taglia bene fa la fine del Bondi-Parmalat perche’ poi arriva chi si gode il suo miliardo in cassa che Bondi non spendeva per lo sviluppo.

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