Ieri, 22 marzo, si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua – World Water Day – istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Pertanto è opportuno ricordare che “la mancanza dell’acqua uccide di più di una guerra“, come ha avuto modo di sottolineare Giuseppe Politi, presidente della Confederazione italiana agricoltori.
Infatti oltre un miliardo di persone nel mondo “non possono contare su un accesso ad una risorsa sicura, al riparo da eventuali contaminazioni” ed entro il 2030 “una persona su tre nel pianeta vivrà in zone dove l’acqua scarseggia“.
Politi ha inoltre rimarcato che “i cambiamenti climatici modificheranno sensibilmente la qualità e la disponibilità delle risorse idriche e ciò, a sua volta, avrà ripercussioni sulla produzione alimentare, dove proprio l’acqua è un elemento essenziale” se si considera che “nel mondo oltre l’80 per cento dei terreni agricoli è irrigato dall’acqua piovana”.
“Attualmente” – ha aggiunto Politi – “il fabbisogno minimo giornaliero di acqua pulita per bere, cucinare e lavarsi è pari a 20-50 litri per persona” e invece “nei Paesi più poveri della Terra ogni persona in media ne può consumare meno di 10 litri”. La mancanza d’acqua mette poi “a rischio lo stesso futuro alimentare nel mondo” e del resto “la produzione di cibo dipende essenzialmente dalle risorse idriche disponibili per l’irrigazione”.
La Coldiretti ha infine specificato che l’acquisto dell’acqua minerale (19,71 euro al mese per famiglia) “è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande”, superando così la spesa media per il vino (12 euro).