La corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti sul territorio nazionale non accenna a fermarsi, lo dicono i dati raccolti da ‘Staffetta Quotidiana’. Dopo il rialzo deciso nella giornata di martedì da parte di Eni, è stata la volta della libica Tamoil, che certo risente anche delle tensioni dovute ai continui bombardamenti e alla situazione d’instabilità politica nel Paese.
Tamoil ha deciso di aumentare di 0,6 centesimi al litro e così la media nazionale per la verde passa a 1,599 euro/litro. E altre compagnie hanno deciso un ritocco, seppur minimo: è il caso di TotalErg che nei prezzi raccomandati ai gestori è cresciuta di 1 centesimo mentre Q8 di 0,5 centesimi a litro.
Per ora ferme invece tutte le altre compagnie, con una media nazionale calcolata in 1,589 euro/litro per la verde e 1,495 euro/litro per il diesel. Questo nonostante sul mercato internazionale le quotazioni del greggio martedì si sia registrato un forte calo, pari a 17 dollari alla tonnellata per la benzina e 15 per il diesel.
Possibili riduzioni in vista, dunque, ma gli utenti italiani ancora non ne vedono i benefici. Le due regioni con i prezzi medi più alti restano Veneto e Piemonte con una media di 1,595 euro/litro sulla benzina e 1,496 euro/litro sul diesel, ma peggio stanno in una provincia a statuto speciale come quella di Bolzano che ha toccato nuovamente quote record con la verde a 1,632 euro/litro e il gasolio a 1,533 euro/litro.
Nelle Regioni dove è in vigore l’addizionale regionale (Abruzzo, Marche, Liguria, Campania, Molise, Calabria e Puglia) la media della benzina risulta più alta, con la Puglia a fare da battistrada a quota 1,643 euro/litro. Complessivamente non va nemmeno molto meglio per il Gpl che va da un minimo di 0,776 euro/litro proposti da Eni allo 0,796 che invece impone la Tamoil che anche qui risulta essere la più cara.