Drammatica la riunione al Largo del Nazareno dei parlamentari del centro-sinistra, dove ha sede il PD. Assediata da decine di militanti al grido “Traditori, non vi votiamo mai più” e “Non lo fate” è andata in scena la morte politica del partito di Bersani & Co. Nel tardo pomeriggio, il segretario aveva annunciato l’intesa con il PDL di Silvio Berlusconi sul nome di Franco Marini. Peccato che la decisione non sia stata presa affatto bene nel PD, dove ieri sera ai voti solo 221 su 341 hanno votato a favore, mentre 90 hanno votato contro e 30 si sono astenuti. Ed uscendo mestamente e alla spicciolata, alcuni parlamentari hanno annunciato che non si conformeranno alla decisione della maggioranza, votando contro Marini anche stamattina, quando vi sarà la prima votazione.
A questo punto, è abbastanza difficile che Franco Marini possa raggiungere la maggioranza dei due terzi dei grandi elettori, necessaria per l’elezione, pari a 672 voti. Sebbene vi sia un margine di almeno 140 voti in più in teoria in favore di Marini, tra i 120 già dichiaratisi ieri contrari alla riunione del PD, i voti di Lega Nord e Fratelli d’Italia, che in questa prima votazione non lo voteranno e i franchi tiratori sempre in agguato, tale soglia potrebbe oggi non essere agganciata.
E’ evidente che se Bersani non riuscisse oggi a fare eleggere il “suo” uomo, il partito potrebbe subire uno sfaldamento un secondo dopo, perché l’ala cattolica già indispettita dalle reazioni di molti uomini del PD, potrebbe abbandonare il partito. Ma anche nel caso contrario, non si avrebbe un nome alternativo su cui convergere compatti. In pole position c’è Stefano Rodotà, indicato da Grillo e votato stamattina anche da Nichi Vendola. Ma saranno tutti d’accordo nel PD a deviare i voti su di lui?